In fase di arredamento, nessun passaggio è semplice né può essere dato per scontato. Ogni dettaglio può infatti fare la differenza sull’impatto finale che quel determinato ambiente di cui ci stiamo occupando avrà sull’osservatore, sia questo l’inquilino o un ospite. Negli ultimi tempi anche ambienti prima considerati marginali o “di necessità” hanno acquisito un’importanza sotto questo punto di vista.
E necessitano quindi anche di una serie di valutazioni estetiche, non più solo funzionali. Il bagno fa di certo parte di questa categoria. Trovare i giusti componenti d’arredo per un bagno può essere più complesso del previsto, considerando che per l’appunto anche l’occhio vuole la sua parte. È tutta una questione, anche in questo caso, di stile e di equilibri. Vediamo come scegliere il giusto lavandino per questo ambiente.
Scegliere il giusto lavandino: che cosa valutare
I fattori da tenere in considerazione per la scelta di qualsiasi elemento, strutturale o d’arredo, sono davvero tanti. Per esempio è fondamentale interrogarsi su come illuminare correttamente il bagno, poiché anche la luce – sia essa naturale o artificiale – ha un enorme impatto sulla resa finale di ogni dettaglio. Anche su quella dei lavandini. Ma che cosa dobbiamo valutare nella scelta di questo elemento?
I parametri possono essere numerosi, ma quelli fondamentali sono in sostanza tre: la funzionalità che questo può garantire, la forma che lo contraddistingue e lo spazio che va ad occupare. Prendiamoli in analisi uno per uno per esaminare al meglio nel dettaglio. Dal punto di vista della funzionalità, è chiaro di che cosa stiamo parlando: un lavandino deve essere comodo e pratico, poiché il suo utilizzo è quotidiano.
Per quanto riguarda la forma invece vedremo nelle righe successive tutte le possibili variabili che caratterizzano questo ambito specifico, ma questo concetto va di pari passo con la dimensione del lavandino stesso: si comprende bene come questo parametro sia fondamentale, in particolar modo all’interno di un ambiente come quello del bagno che non dispone in genere di uno spazio particolarmente ampio.
E proprio lo spazio è infatti la terza variabile che dobbiamo valutare: possiamo dire che, nella sostanza, tutte le possibili valutazioni successive sono connesse a questo parametro. Nulla può prescindere dallo spazio che abbiamo a disposizione, e tutto anzi dipende da esso. È infatti fondamentale che le dimensioni del lavandino siano proporzionali rispetto a quelle totali del bagno.
Dalle tipologie ai materiali
Soltanto partendo dai parametri appena analizzati potremo passare alle valutazioni successive, che sono fondamentalmente di una doppia natura: dovremo infatti valutare la tipologia di lavandino che più si adatterà al nostro bagno, ed il materiale che andrà a costituirlo. La scelta è vasta per quel che riguarda entrambi i parametri, che sono strettamente correlati tra loro.
Quando prendiamo in analisi la tipologia del lavandino, dobbiamo avere ben chiaro il fatto che ne esistono davvero molte e che esse devono andare ad adattarsi all’ambiente già esistente: non a rovinarlo ovviamente, ma nemmeno a spiccare in maniera eccessiva come elemento protagonista. Anche in bagno come abbiamo detto la parola chiave è l’equilibrio dal punto di vista dell’arredamento.
Le varie tipologie di lavandino variano infatti proprio dal punto di vista strutturale: esistono i lavandini a colonna, quelli da incasso, quelli a sbalzo, quelli sospesi e quelli da appoggio. Queste sono le principali varianti tra le quali ci possiamo muovere, ognuna con le sue specifiche e caratteristiche distintive che come è chiaro già dai nomi vanno a modificare notevolmente la resa estetica dell’intero ambiente.
Parlando di materiali invece, molto dipende dalla tipologia che abbiamo scelto e dallo stile generale del bagno in sé: il materiale utilizzato con maggiore frequenza a livello storico è certamente la ceramica, ma esistono tante valide alternative, dal marmo alla pietra fino al vetro e addirittura alla resina.