Uno dei problemi più gravi per quanto riguarda l’ambiente è senza ombra di dubbio quello relativo all’inquinamento dell’aria, il quale dipende da molti fattori, praticamente tutti legati all’uomo e alle sue attività.
Fondamentale per vincere la sfida a tutela dell’ambiente è l’impegno di quei paesi rientranti nel novero delle cosiddette superpotenze. Ma gli eventi degli ultimi giorni, quali l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e quanto avvenuto in India, gettano senza dubbio una luce tetra sulla possibilità di riuscire a salvare l’ambiente.
Nuova Delhi ormai è una città dove non si respira
Che l’India e Nuova Delhi in particolare siano sinonimo di inquinamento, non è una novità. Che però il governo sia costretto a prendere di petto la questione dell’inquinamento dell’ambiente per una protesta nata spontaneamente, lo è senza ombra di dubbio e fa capire la gravità della situazione.
Come detto, la città è uno dei simboli dell’inquinamento e di tutto quello che non bisognerebbe fare per tutelare l’ambiente. La lista è lunga e comprende sempre e solo attività dell’essere umano, sia quelle quotidiane, come guidare una macchina, sia quelle industriali. A far precipitare la situazione sono stati però gli ultimi dati relativi a livello di polveri sottili.
La settimana scorsa, per sei giorni su sette, il livello delle polveri sottili è stato così alto da mandare in tilt gli strumenti adibiti alla loro misurazione. Tutto questo fa capire come la situazione sia gravissima, ma qualcuno ha fatto notare come già in passato la qualità dell’aria avesse raggiunto livelli così pessimi.
Cosa c’è di diverso stavolta? Sicuramente il fatto che il governo indiano non ha potuto posticipare la pubblicazione dei dati, come fatto anche in passato: questo ha senza dubbio fatto montare la rabbia della popolazione, preoccupata giustamente non solo per la salvaguardia dell’ambiente, ma anche per la tutela di quella che è la propria salute.
La città è come una “camera a gas”
La protesta della popolazione è stata veemente e le autorità cittadine non hanno potuto che certificare la gravità della situazione, parlando della città come di una “camera a gas”.
Da qui la decisione di prendere dei provvedimenti immediati, quali la chiusura dei cantieri, delle scuole per almeno 72 ore ed un divieto assoluto, almeno fino a fine novembre, di servirsi di generatori diesel di elettricità. Inoltre, e questo fa capire la gravità e serietà della situazione dell’ambiente in questa zona, le autorità hanno consigliato a tutti gli abitanti di non uscire di casa, se non in caso di estrema necessità.
Qualcuno ha parlato di “coprifuoco per l’ambiente”, espressione senza dubbio forte, ma calzante alla perfezione vista la situazione che si è venuta a creare.
Il momento peggiore da 17 anni a questa parte
Alcune ONG, sia indiane che internazionali, impegnate da anni sui temi di tutela dell’ambiente, non hanno usato mezzi termini e hanno affermato che la qualità dell’aria che i cittadini respirano è la peggiore dal 1999.
E a riprova di tutto questo vi sono anche i dati diramati dalle più importanti strutture ospedaliere della città, le quali hanno messo l’accento sull’aumento dei ricoveri per patologie di tipo respiratorio, quasi tutte riconducibili all’eccessivo livello di inquinamento dell’aria.
E quest’ultimo dato sicuramente non consentirà al paese di scrollarsi di dosso il triste record che detiene da tempo, ovvero quello di paese al mondo con il più alto tasso di morti per patologie legate al sistema respiratorio.
Fonte: tg24.sky.it/tg24/ambiente/home.html